Sapete, sono caduto.
C’era l’aria sotto le spalle,
sono caduto con la pancia al sole.
Sono caduto e scendevo libero
senza mai toccare il solido.
Cadevo e mi piaceva,
era come perdere le parole,
la bocca, il pensiero, quindi il mondo.
Non c’era più, il mondo.
Non c’ero io, non c’era un briciolo
d’affanno, né la voglia di risolvere
ogni cosa con la mente.
Cadevo e sorridevo,
con gli occhi semichiusi: c’era solo la caduta.
In quel vuoto d’aria
ho lasciato andare le tensioni,
non avevo più motivi, né scopi,
né sogni mai raggiunti,
quelli che pesano perché
stanno lì a ricordare un fallimento.
Ecco, ho lasciato andare anche quelli
ed ero stanco, molto stanco,
stanco ma leggero.
Così leggero, da non sentire
nemmeno la folla dei ricordi.