La vita è bella anche quando sputa
La vita è bella anche quando sputa

mi piacerebbe – (semi versi di quasi amore)

Mi piacerebbe darti il fianco, disarmato.
In una stanza gelata dall’inverno, compiaciuto di essere l’unico fuoco nella notte.
Guardarti mentre dormi.
O vederti in giro in casa la mattina, appena sveglia, in pigiama e a piedi nudi.
Sentire i tuoi sbadigli.
Notare la lentezza dei gesti mentre fai la colazione ancora confusa. Seguire, poi, il crescente risveglio della tua anima, fino a quando, sgranati gli occhi, ti accorgi di ciò che ti circonda, e mi sorridi. Fino a quando, abbandonata dal torpore del sonno, ritorni viva al giorno che riprende, che riesplode.

Mi piacerebbe vederti ridere o esser seria, con il sole o senza sole.
Felice, triste o arrabbiata, e osservare i tuoi occhi. Quello, sempre.
Ascoltare la voce che gioisce o impreca, glorifica o maledice, non importa il cosa, perché la tua voce, nei miei lobi, ha l’effetto musicale della pioggia infranta tra le chiome del bosco. Perché la tua voce è acqua che scorre … e mi piace quanto i tuoi occhi verdi, o grigi, o viola, o qualunque sia il colore che vogliono indossare.

Mi piacerebbe sentire la tua presenza.
Notare le scarpe a terra, fra l’uscio e le ante schiuse, o i vestiti del giorno prima, ammucchiati sul divano. Vedere la tua scatola del trucco, nel bagno, accanto al dopobarba. Scorgere il bracciale o gli orecchini, la collana o una matita, un foglio, una borsa, un libro … i tuoi oggetti, sparsi qua e là su mobili e davanzali, credenze, tavoli e comodini, e poi … gioire per il dono di tanta confidenza.

Mi piacerebbe, su una spiaggia, sotto un cielo complice, ascoltare i tuoi umori.
Tutti: quelli gialli, quelli grigi e quelli scuri.
Quelli vitali e quelli ombrosi.
Quelli che ti agitano come un’onda di tempesta, o quegl’altri che ti fanno il volto steso come un cielo chiaro, un patio silenzioso di campagna, un piano azzurro di un mare senza vento, o le fodere pulite di un cuscino lisciato con le mani.

Mi piacerebbe essere chi pensi di chiamare, nel cuore delle tue notti senza luna.
Se ti perdi in un angolo del tempo o se avverti scricchiolare il mondo ad ogni passo.
Diventare un faro, per cercarti.
Andare ovunque, per salvarti.
Percorrere milioni di chilometri con il fiato acceso e il cuore in marcia, perché non è mai troppo impervia la distanza per raggiungerti, anche per me, che temo le tue stesse notti senza luna, ma che nel pensiero della meta, scopro il coraggio di andare, oltre le paure.

Mi piacerebbe, infine, proprio adesso, dopo queste confessioni, che tu mi rispondessi solamente: «Nulla, non ho altri impegni».
Alla domanda su “cos’hai da fare nei prossimi quaranta o cinquant’anni”, è questo che vorrei mi rispondessi: «Non ho un granché da fare, dammi il braccio, imbocchiamo quel sentiero».

 

© Andrea Auletta

Link pagina: “Mi piacerebbe”

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