La vita è bella anche quando sputa
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L'amica geniale di Elena Ferrante

L’amica geniale – di Elena Ferrante – Alcune mie opinioni

Autrice: Elena Ferrante

Editore: Edizioni e/o


 

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è lamica-geniale-copertina-libro.pngEh, sì, alla fine l’ho letto anche io. Parlo del primo volume del romanzo “L’amica geniale” di Elena Ferrante.

Premetto: in questo articolo esprimo soltanto le mie opinioni sul romanzo, pertanto, non troverete la trama che, fra l’altro, potete agevolmente leggere ovunque, ricercando sulla rete, come ad esempio a questo link. 

Non l’ho comprato, il libro, premetto anche questo. Ho considerato che non sia un genere che possa far parte della mia libreria, e me lo sono fatto prestare da un’amica. Però, va letto. Chi scrive deve leggere di tutto un libro può insegnare tanto per come sono impostati i capitoli e per come è strutturata la narrazione, ad esempio.

Le mie impressioni, tutto sommato, sono positive. Innanzitutto è scritto in forma di racconto. Elena Greco, Lenuccia (interpretata da Margherita Mazzucco), nel racconto è la protagonista principale, colei che narra la sua storia incentrata sulla figura di Lila Cerullo (interpretata nella fiction da Gaia Girace), la sua migliore amica fin dall’infanzia. Quest’ultima, Lila Cerullo, appare un personaggio interessante. Risaltano in modo chiaro le caratteristiche fisiche: magra, mora, selvaggia, con un sguardo che si stringe quando riflette per mettere a fuoco il mondo. Ha qualcosa di eterno e di elegante in ogni movenza. Non sono da meno quelle caratteriali: passionale, riflessiva, intelligente, intuitiva e spesso dirompente, a tratti violenta.

Mi colpisce molto il personale senso di “giustizia giusta” di Lila Cerullo che spesso diventa rancore covato e poi agito e si contrappone alla capacità di saper dare tanto di sé agli altri senza metterli in condizioni di sentirsi in debito. Ma, sopratutto, la forza del suo carattere, l’ostinazione, l’attaccamento alla vita: sa come influenzare il difficile ambiente in cui vive, spesso ostile alle più elementari libertà individuali che oggi consideriamo scontate

Elena Greco (Lena), l’amica che narra le vicende, è, per certi aspetti, l’opposto di Lila Cerullo. Fisicamente è bionda con gli occhi chiari, più bassa e più tarchiata di Lila. Mostra poi una forma di dipendenza affettiva verso l’amica ed ha un carattere più insicuro, poco determinato. 

In generale, il romanzo rende tangibili ogni aspetto storico della Napoli dei quartieri degli anni “50”: i paesaggi urbani e rurali e la loro mistura ibrida; le strade; le classi sociali che all’epoca erano ben definite; la mentalità del periodo; l’aspirazione della gente del popolo ad emergere puntando sul desiderio di arricchirsi ecc. Sfogliando le pagine, si riesce anche a percepire il tempo che scorre, l’imminente epoca della modernità che si affaccia nel dopoguerra, e che, da lì a poco, darà corso ad una nuova storia del Paese, quella del cosiddetto “boom economico”. Man mano che si procede nella lettura, ciò diventa sempre più evidente.  

La storia in sé, ad essere sincero, non la trovo particolarmente avvincente né tanto originale. Mi sono piaciuti, piuttosto, diversi passaggi descrittivi che la misteriosa autrice, Elena Ferrante, stende fra le pagine allorquando narra i sentimenti interiori, le emozioni e i pensieri dei suoi personaggi. Riesce a svelare con efficacia quel sottile complesso di materia psicologica taciuta, spesso difficile da intercettare e da tramutare, con le lettere e con le frasi, in qualcosa che non siano solo fatti o accadimenti. 

Le prime pagine le ho sentite monotone. Ma poi, avanzando nella lettura e prendendo confidenza con lo stile della narratrice, ho cominciato a sentirmi parte del racconto. Credo, in ogni caso, che sia proprio questo l’obiettivo di uno scrittore o di una scrittrice: risucchiare il lettore nel mondo ideato e poi riportato fra le pagine. 

Probabilmente, se avessi scritto io questo romanzo, avrei inserito più dialoghi diretti, ma è solo una mia opinione, come del resto, ripeto, lo è questa sorta di recensione: non altro che un punto di vista. 

Buona lettura a tutti.

(Andrea Auletta)

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