Il regionale è il treno dei lenti. Ti sedi se trovi posto e leggi i nomi di tutte le fermate.
E’ il treno di chi ha lo sguardo ortogonale ai binari. Di chi mette gli occhi di traverso al suo cammino lasciandoli correre fuori dalla carrozza, che in ogni istante lo conduce lontano da un albero, da un ruscello o da un borgo arroccato.
È il treno di chi ha tempo.
Ad ogni stazione ingoia tutte le facce: quelle smarrite, assonnate e quelle deste.
Accanto a me due agenti di commercio parlano di numeri, vendite e fatturato. Cifre masticate in bocca, avvolte da saliva.
Oltre il vetro la campagna del sud pontino è serena. Gonfia distratta un ventre al cielo, invisibile alla miopia dei vedenti.