La vita è bella anche quando sputa
La vita è bella anche quando sputa

Il gozzo

Ho le parole ferme nel gozzo che hanno fatto una palla. Hanno trovato la bocca chiusa e non potendo andare oltre, si sono fermate ad aspettare. Ne sono così tante da affollare la gola e ne arrivano ancora. Si stringono, litigano, sgomitano, sono nervose, tentano di farsi spazio e picchiano sulla parete dei denti serrati, urlando: «facci uscire». Nulla, tutto chiuso e il bui pervade, tranne qualche spiffero di luce e di aria che passa fra gli interstizi dentali.

Fa caldo e, a poco a poco, le inquietudini diventano rabbia, cominciano a farsi sempre più forti, prese dal panico e dallo sconforto ogni parola smarrisce quelle vicine, le compagne con cui formano frasi sensate. Si sono perse di vista fra la trachea e la laringe e una “babele” nella bocca comincia a insinuarsi: si prepara il disordine.

Il gozzo è pesante e la voglia di sputare diventa urgenza, di ingoiare non se ne parla nemmeno e allora, sputo. Sputo sulle strade di asfalto e catrame e sui muri grigi di cemento. Sputo sulle pareti di ipocrisia che il mondo ha eretto. Sputo forte, a raffica sull’insensato. Sputo sulle parole che vogliono rabbonire i miei impulsi con trattati di perbenismo. Bagno con saliva acida ogni crosta, ogni prigione, ogni barriera e tutto ciò che si frappone fra me e l’esistenza. Sputo e respiro aria di mare.

 

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