La vita è bella anche quando sputa
La vita è bella anche quando sputa
ph. © andrea auletta

cielo grigio strafottenza

Sotto un cielo grigio strafottenza
alleno muscoli per sminuire la vergogna.
Ho la speranza di due Pini
in un buco nell’asfalto: unica porta con il mondo.
Passa un gatto a rammentare il selvaggio nei miei occhi.
 
Sotto un cielo, voltato all’altra parte,
lavoro come se gliene importasse
e, sorridendo, copro sputi di rabbia con la mano,
vomiti di fuoco che nessuno accoglie,
nessuno vuole più mostrare.
Arriva un passero e so di essere acqua,
cielo, furia e sole.
 
Nel fluire di un sorso in gola
ho impastato saliva e compromessi,
ingoiato dolore e pena, schifo e meraviglia.
Adesso, sono al bar degl’altri tanti
a parlare di fumo, evitando la brace.
Un nodo mi avverte: «Stai arenando il fiume».
Ma il soffitto è vestito a sonno, la coperta mi comprime,
non ho la forza, oggi, di cambiare il tempo.
 
Sotto un cielo, sordo alle parole,
urlo a fermare la pioggia prima che si presenti.
Ogni crepa confida nella goccia,
tutti gli squarci hanno sete di disastri.
Ho paura! La paura che ha la talpa della luce.
Ho paura di questa tregua e il vento
è un corno che annuncia altri tremori.
 
Ma sotto il cielo grigio strafottenza,
ritrovo pure i suoi occhi: strappi di campagna,
scorci di chiome fra pietre rotte dal tempo.
Pesci dipinti in un fondo intravisto e inaccesso
che scappano, facendo mulinelli.
 
E semino parole sconosciute agli sguardi stranieri
che poi stipo fra carte inviolate.

 

© Andrea Auletta

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