Sotto un cielo grigio strafottenza alleno muscoli per sminuire la vergogna. Ho la speranza di due Pini in un buco nell’asfalto: unica porta con il mondo. Passa un gatto a rammentare il selvaggio nei miei occhi. Sotto un cielo, voltato all’altra parte, lavoro come se gliene importasse e, sorridendo, […]
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(…) I cuccioli giocavano fra loro nelle zolle, giocavano a combattersi. Ringhiando, mostravano denti appuntiti pronti a mordere sul serio. Mi sorprese questo aspetto più crudele, distante dalle rotondità di quei musi che attirano carezze. Stetti a osservarli mentre Nicola, senza curarsi di loro, continuava a parlarmi del suo lavoro. […]
(…) Stavo quasi per crollare. Come se non bastasse, poi, al capogiro, si aggiunse pure un tremore freddo. Oscillò nella pelle come un’onda mettendomi una smania addosso, simile a quella di un bambino costretto a stare fermo per contenere le sue energie, quando, invece, queste hanno voglia di scorrere fluendo. […]
Mi piacerebbe darti il fianco, disarmato. In una stanza gelata dall’inverno, compiaciuto di essere l’unico fuoco nella notte. Guardarti mentre dormi. O vederti in giro in casa la mattina, appena sveglia, in pigiama e a piedi nudi. Sentire i tuoi sbadigli. Notare la lentezza dei gesti mentre fai la colazione […]
La campagna non sente la guerra, la campagna è serena. I raccolti spuntano come germogli che aspirano a vivere, a crescere e poi a scoppiare di frutti. La terra è calma. Il cuore magmatico pulsa di un calore che non uccide. Quello dei signori delle guerre, invece, emette battiti dannosi, menando onde che agitano il mare, facendone tsunami. Invade villaggi, città, paesaggi antropizzati o privi della presenza umana, s’infuria colmo di morte su tutto ciò che lo stizzisce.